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Energia marina: obiettivo: 300 GW al 2050


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L’energia marina può essere un’arma in più per raggiungere la transizione energetica. Il potenziale è enorme. Un recente studio, condotto dalla Florida Atlantic University, ha svolto una valutazione globale dell’energia mareomotrice. Il risultato è che in alcune zone del mondo (le acque al largo della costa orientale della Florida e del Sud Africa) hanno mostrato densità di potenza superiori a 2.500 watt per metro quadrato, un valore 2,5 volte più elevato all’eolico nelle migliori condizioni. Lo studio ha messo in evidenza, inoltre, che circa il 75% delle aree totali ad alta densità di potenza, che coprono circa 490mila chilometri quadrati di oceano, hanno livelli di energia compresi tra 500 e 1.000 watt per metro quadrato. Si stima, quindi, un elevato potenziale per raccogliere energia dalle correnti oceaniche.

Al di là dei numeri, in realtà si tratta di una fonte ancora poco sfruttata. Tuttavia, con una domanda globale di elettricità che aumenta ogni giorno e con la necessità di elettrificare quanto più possibile i consumi, servono fonti rinnovabili capaci di soddisfare le esigenze crescenti.

L’energia marina e oceanica si candida come una delle più interessanti alternative.
Oggi, il settore “sta vivendo una crescita sostanziale a livello globale, guidata da decenni di innovazione e sviluppo dedicati che ora stanno iniziando a raggiungere traguardi importanti e a fornire benefici socioeconomici”. A segnalarlo è il report annuale IEA-OES (Ocean Energy System), uscito che fa il punto su progetti, strategie e piani di molti Paesi nel mondo, Italia compresa.

L’obiettivo: 300 GW al 2050

L’energia marina ha il potenziale di sviluppare energia ed essere una leva economica e occupazionale di notevole valore. La stessa IEA-OES ha tracciato una tabella di marcia per sviluppare, entro il 2050, 300 GW di energia oceanica, in termini di capacità installata globale, generando 680mila posti di lavoro, contribuendo con 340 miliardi di dollari in valore aggiunto lordo ed evitando emissioni equivalenti di carbonio per oltre 500 milioni di tonnellate.

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Già oggi i diversi progetti, realizzati o in corso d’opera in tutto il mondo, “stanno contribuendo a creare posti di lavoro di alto valore, in particolare nelle comunità costiere, e a sostenere lo sviluppo economico regionale e nazionale”, rileva lo stesso Technology Collaboration Programme on Ocean Energy Systems, collaborazione intergovernativa, parte dell’Agenzia Internazionale per l’Energia.

Esempi di progetti allo studio e già attivi

A livello mondiale, rileva OES, le tecnologie dell’energia oceanica stanno passando dalla ricerca e sviluppo alla fase dimostrativa e ai progetti pilota, con un’attenzione crescente alla connessione alla rete e alla fattibilità commerciale.

Svariati dispositivi per l’energia delle onde e delle maree sono sottoposti a test in condizioni di mare reale, evidenziando miglioramenti sia in termini di prestazioni che di sopravvivenza. Diversi progetti stanno raggiungendo traguardi significativi, in termini di funzionamento sulla lunga durata, di maggiore produzione di energia e di progressi nella progettazione dei componenti. Sui record di durata è bene ricordare la centrale mareomotrice di La Rance in Francia, la più antica installazione al mondo. Avviata nel 1966, lungo l’estuario del fiume Rance, le 24 turbine dell’impianto generano fino a 600 GWh di energia ogni anno, equivalenti al consumo di una città di oltre 200mila abitanti.

Un aspetto interessante nello sviluppo dei progetti di energia da onde e correnti marine è la possibilità di integrazione con altre tecnologie pulite. Per esempio, il Korea Research Institute of Ships & Ocean Engineering sta portando avanti un progetto per produrre idrogeno verde sfruttando l’energia delle onde presso lo Yongsoo OWC WEC, impianto di produzione di energia elettrica dalle correnti di marea. Un altro esempio di integrazione è quello realizzato, negli Stati Uniti dal National Renewable Energy Laboratory. NREL sta testando il convertitore di energia delle onde a osmosi inversa idraulica ed elettrica (HERO) nella Carolina del Nord, sfruttando l’energia delle onde per la dissalazione, trasformando l’acqua del mare in acqua potabile.

I piani sull’energia marina nel mondo

La capacità globale di energia marina ha raggiunto i 527 MW nel 2023 (fonte: Statista). Ma si può e si deve fare molto di più: per questo diversi Paesi si stanno muovendo attraverso piani e strategie dedicate. In Cina, a inizio 2025 è entrata in vigore una legge sull’energia, che propone di facilitare lo sviluppo su larga scala e l’utilizzo dell’energia oceanica.

La Corea del Sud ha avviato il Piano di sviluppo dell’energia oceanica 2030, strategico per lo sviluppo dell’energia delle maree e delle onde.

La Commissione europea riconosce il potenziale dell’energia oceanica e, per questo, ha proposto obiettivi di implementazione per la tecnologia. La strategia dell’UE sulle energie rinnovabili offshore mira a raggiungere 100 MW di energia oceanica nel mix energetico entro il 2027 e 1 GW entro l’inizio del 2030. Questi obiettivi a breve termine aprono la strada all’implementazione industriale dell’energia mareomotrice. Entro il 2050, può fornire 100 GW in Europa, lungo tutta la costa atlantica dal Portogallo alla Norvegia, lungo il Mar Baltico e la periferia del Mediterraneo, contribuendo a soddisfare l’equivalente del 10% dell’attuale consumo di elettricità in Europa, ricorda EtipOcean nel suo “Strategic Research and Innovation Agenda for Ocean Energy”.

Sempre in Europa, la Spagna ha delineato la “Roadmap per lo sviluppo dell’eolico offshore e delle energie marine”, che fissa obiettivi nazionali per lo sviluppo dell’eolico offshore e dell’energia marina in tutte le forme. La tabella di marcia stabilisce obiettivi di capacità di energia eolica offshore installata da 1 a 3 GW entro il 2030 “e intende posizionare la Spagna come polo europeo per lo sviluppo tecnologico e l’innovazione ambientale nel settore dell’energia marina”, ricorda OES.

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I Paesi Bassi hanno avviato la “Demostrating Energy Innovation”, iniziativa governativa per supportare la dimostrazione di nuove tecnologie in ambienti reali, facilitando così l’implementazione pratica e la scalabilità di soluzioni innovative nel settore dell’energia oceanica.

Energia marina in Italia: stato dell’arte, incentivi e potenzialità

Anche l’Italia si sta muovendo per sviluppare tecnologie e sistemi per generare energia da onde e correnti marittime. Come riporta il report IEA-OES, lo scorso anno – pur caratterizzato “da un ritmo ridotto di sviluppo dei progetti marini” – ha registrato alcuni progressi rilevanti per quanto riguarda l’energia dal mare. In particolare, i progetti con un percorso di sviluppo già definito, hanno proseguito il loro cammino verso la maturità tecnologica.

Nel PNIEC si riporta che l’energia marina ha grandi potenzialità sia per la quantità di potenza disponibile a livello globale, sia per la sua densità di potenza, stimata in oltre 20 volte quella della risorsa eolica e la sua maggiore prevedibilità. Nel Decreto FER 2, tra gli impianti ammessi agli incentivi, vi sono anche quelli da energia mareomotrice, del moto ondoso e altre forme di energia marina di qualsiasi potenza.

A livello di ricerca, l’Italia ha un ruolo di primo piano, grazie al lavoro di diversi enti come CNR e RSE. In primo piano è quanto portato avanti da ENEA. L’Agenzia nazionale ha sviluppato due modelli innovativi per stimare la produzione di energia dal mare grazie alle previsioni ad alta risoluzione di onde e correnti di marea nel Mediterraneo: MITO e WAVES. Col primo è in grado di fornire previsioni su temperatura, salinità e velocità delle correnti marine con un dettaglio spaziale che va da 2 km fino a poche centinaia di metri come nel caso dello Stretto di Gibilterra, dei Dardanelli e del Bosforo. Il secondo è un sistema di previsione delle onde che garantisce una risoluzione fino a 800 metri in aree marine e costiere ad alto potenziale energetico. Grazie a questo lavoro di ricerca sono stati individuati punti potenzialmente molto interessanti per la generazione di energia marina. In particolare, nel Mediterraneo le aree con il più alto potenziale di energia dalle onde sono le coste occidentali della Sardegna e della Corsica, ma anche il Canale di Sicilia e le aree costiere di Algeria e Tunisia, dove il flusso medio di energia oscilla tra i 10 e i 13 kW/m.

FAQ Energia marina

Cosa si definisce con energia marina?

È una fonte energetica rinnovabile prodotta da onde oceaniche, maree, differenza di salinità. Rientra anche l’energia termica oceanica, che sfrutta le differenze di temperatura tra l’acqua in superficie e quella in profondità.

Quali sono i progetti condotti in Italia?

Sono diversi i progetti portati avanti nel nostro Paese. Il report IEA-OES segnala REWEC3, condotto dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria, una tecnologia integrata in una diga frangiflutti verticale, la cui prima installazione su vasta scala è avvenuta nel porto di Civitavecchia. In seguito, l’Autorità Portuale di Civitavecchia si è impegnata a potenziare la propria infrastruttura, adottando la tecnologia REWEC3 per la costruzione di 17 nuovi frangiflutti a cassone. È già stata installata una turbina Wells da 20 kW, con il potenziale per l’intero sistema di raggiungere una capacità di 2,5 MW.

Un altro progetto citato è Overtopping Breakwater for Energy Conversion (OBREC), curato da EPF con la collaborazione dell’U Università degli Studi della Campania, innovativa diga marittima installata nel porto di Napoli.

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Il Politecnico di Torino ha sviluppato e testato al largo di Pantelleria ISWEC (Inertial Sea Wave Energy Converter), un convertitore di energia dalle onde che utilizza la tecnologia giroscopica per generare energia.

Tra i progetti più recenti e più potenti ce n’è uno da segnalare?

Quello francese, condotto da Normandie Hydroliennes è tra i più recenti e più potenti. Al largo della Normandia si sta realizzando il progetto NH1, un parco dotato di quattro turbine sottomarine da 12 MW per trasformare il flusso di marea di Raz Blanchard, il più forte d’Europa, in una fonte di energia rinnovabile. Si parla di 33,9 GWh all’anno di energia prodotta.

NH1 è uno dei progetti riconosciuti dall’l’Innovation Fund, fondo per l’innovazione dell’UE che ha stanziato un totale di 4,8 miliardi di euro nell’ultimo ciclo di sovvenzioni.

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