«Il rapporto bancario è prima di tutto basato sulla fiducia. Ed è per questo che un tassello fondamentale dell’economia è rappresentato dalle banche di credito cooperativo e dalle casse di risparmio». Le parole di Augusto dell’Erba, presidente di Federcasse, racchiudono come mai le bcc del Nord-Ovest si trovano di fronte a un 2025 da un lato sfidante, causa dazi doganali statunitensi, ma dall’altro che può regalare soddisfazioni, data la territorialità marcata. Localismo e attenzione alla clientela che possono mettere al riparo dalle turbolenze.
Il quadrante composto da Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, secondo i dati della Banca d’Italia, è uno dei più esposti alle turbolenze commerciali globali. Ma può contare su un’arma specifica per controbilanciare i chiari di luna dei mercati. Si tratta del credito cooperativo, che con la dedizione al territorio e la vicinanza alle persone può permettere agli imprenditori, e alle comunità locali, di continuare a fare impresa seppur la congiuntura internazionale non sia favorevole. I rischi sono noti. Lo scorso anno il Piemonte ha esportato beni per 60,5 miliardi di euro, poco meno del 10% del totale su base nazionale. E proprio gli Stati Uniti sono a oggi il terzo partner commerciale dopo Francia e Germania: valgono 5,66 miliardi di euro, ovvero l’8,4% dell’export regionale oltreoceano.
In quest’ottica uno dei ruoli più caldi è quello del credito cooperativo, che negli ultimi decenni ha supportato e sostenuto le imprese anche nei processi di internazionalizzazione. La Federazione Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria con 9 Bcc e 239 sportelli è presente in 156 comuni (in 35 dei quali operano come unica presenza bancaria). A fine 2023, i soci erano complessivamente 155.063 (+3,3% rispetto al 2022), mentre i dipendenti erano 1.641, in aumento del 3,5% su base annua. Al 31 dicembre 2023, gli impieghi lordi erogati dalle Bcc a clientela ammontavano a 8,5 miliardi di euro, mentre la raccolta da clientela risultava a quota 12,2 miliardi di euro. I fondi propri, di contro, erano pari a 1,2 miliardi di euro. Numeri, questi, che saranno rivisti al rialzo per l’esercizio 2024. E che, come spiegano da Federcasse, «costituiscono una ampia rete di protezione» contro le fibrillazioni globali. Questo perché il modello di business, basato su territorio, permette meno fluttuazioni e meno esposizioni. Anche nel quadrante nordoccidentale. I più recenti dati di Federcasse mostrano che, per ogni 100 euro di risparmio raccolto nel territorio, le Bcc ne hanno impiegati in media 74 di cui, per legge, almeno il 95% all’interno della rispettiva zona di competenza, realizzando in tal modo «una peculiare forma di finanza geo-circolare». Le Bcc si distinguono, inoltre, per destinare la quasi totalità degli utili al rafforzamento patrimoniale (circa il 90% degli utili, ben oltre il 70% imposto per legge) e a opere di beneficenza e mutualità (circa il 4,5% degli utili). Una progettualità specifica che ha permesso al sistema di avere coefficienti patrimoniali specifici. Il CET1 Ratio (Common equity tier 1 ratio), che mette in rapporto i fondi propri della banca alle attività ponderate per il rischio, ha raggiunto il 26,6%, in crescita dal 24,3% di fine 2023 e superiore di 8,5 punti percentuali a quello registrato mediamente nell’industria bancaria italiana.
La disseminazione dei finanziamenti, secondo i dati Federcasse, sono esemplificativi. Il 23% del totale dei crediti alle imprese artigiane, il 24% è destinato per le attività legate al turismo, quasi il 24% all’agricoltura, il 15% a costruzioni e attività immobiliari, l’11% al commercio. Ma è anche utile guardare anche alla tipologia d’impresa. Da questo si comprende l’utilità del ruolo sociale delle bcc del Nord-Ovest: il 27% dei finanziamenti è stato erogato alle imprese con 6-20 dipendenti, il 19% alle famiglie produttrici (micro-imprese), il 10% in forma diretta alle famiglie, ma ben il 16% alle istituzioni senza scopo di lucro. Vale a dire, il terzo settore.
La maggiore Bcc d’Italia, con oltre 65mila soci è la Banca d’Alba. L’istituto presieduto da Tino Cornaglia e guidato da Enzo Cazzullo ha di recente festeggiato i suoi 130 anni e ha raggiunto 12,4 miliardi di euro di fatturato, con la raccolta a quota 9,3 miliardi e gli impieghi a 3,1 miliardi. Con 74 uffici sparsi nel Nord-Ovest e le prossime nuove aperture di Novara e Vercelli, risulta essere una delle maggiori entità bancarie italiane, con quasi 180mila clienti. Anche in questo caso, gli impegni per lo sviluppo territoriale saranno rispettati, come negli anni passati, che hanno visto eventi estremi a livello geopolitico come la pandemia di Covid-19 e la brutale invasione russa in Ucraina.
Sulla stessa linea d’onda è la direttrice della Banca Alpi Marittime, che ha nel 2023 ha registrato un risultato d’esercizio netto di 43,9 milioni di euro, e che punta a crescere ancora. Il numero dei soci è a ridosso di quota 20mila e quello dei clienti totali ha sorpassato i 40mila. Allo stesso tempo gli impieghi sono intorno a 1,6 miliardi di euro e la raccolta complessiva verso i 3,8 miliardi. Gli impieghi si attestano a 1.573 milioni di euro e la raccolta complessiva a 3.709 milioni. Il coefficiente di adeguatezza patrimoniale raggiunge un Cet1 pari al 22,98% e un Tcr pari a 25,12%, con un patrimonio netto pari a 262 milioni. Analoga l’impronta data dalla Banca di Cherasco, la cui raccolta complessiva ha superato gli 1,5 miliardi di euro, mentre gli impieghi sono saliti oltre i 650 milioni e il Total Capital Ratio (rapporto che indica la “salute finanziaria” della banca) è passato dal 20,6% al 22%, con un utile di poco superiore a 15 milioni di euro. Di questi oltre il 70% sarà destinato a patrimonio, ovvero la “protezione” dei depositi della clientela. E focalizzazione sugli impieghi anche per Banca di Caraglio, che nel 2023 e nel 2024 ha continuato il processo di investimenti settoriali.
Il processo di sviluppo, come ricordato da Dell’Erba, proseguirà su tre direttrici, per cui c’è piena condivisione sia su base regionale sia nazionale. Vale a dire, «coerenza, efficienza ed efficacia». Coerenza, dunque, con il modello imprenditoriale cooperativo e mutualistico di servizio ai soci e ai territori di insediamento. Efficienza grazie a una qualità del credito in miglioramento e una redditività che consente di accrescere ulteriormente il patrimonio. Ed efficacia economica dell’operatività, che garantisce il trasferimento del capitale, anche in ottica culturale, alle generazioni future.
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