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L’impatto energetico e le soluzioni tecnologiche per ridurre i consumi dell’industria « LMF Lamiafinanza


L’industria del Food & Beverage rappresenta una delle eccellenze del sistema produttivo italiano. Con un fatturato annuo di 179 miliardi di euro, oltre 60 mila imprese e 464 mila addetti, questo settore è anche un pilastro delle esportazioni nazionali, contribuendo con oltre 50 miliardi di euro all’anno al valore dell’export[1]. Tuttavia, dietro queste cifre imponenti si cela una realtà che pone sfide significative in termini di sostenibilità: il Food & Beverage è uno dei comparti industriali più energivori e responsabili di emissioni di CO₂.

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Processi fondamentali come refrigerazione, pastorizzazione, cottura richiedono un elevato apporto energetico, incidendo sui costi operativi e sull’impatto ambientale delle aziende. Solo la gestione del freddo di processo – elemento essenziale per garantire la conservazione e la sicurezza alimentare – può rappresentare fino al 70% del consumo energetico complessivo di uno stabilimento.

A queste sfide operative si aggiungono le crescenti pressioni normative, sia a livello europeo che nazionale. Il Green Deal Europeo prevede la riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per l’Italia, ciò si traduce in un taglio del 43,7% rispetto ai livelli del 2005.

In questo contesto, il settore Food & Beverage si trova a un bivio cruciale: da una parte, garantire la produttività e la qualità dei propri prodotti; dall’altra, allinearsi agli obiettivi di sostenibilità ambientale e ridurre la propria carbon footprint.

Proprio su questo doppio binario si stanno concentrando i maggiori sforzi dell’industria alimentare, applicando i principi dell’economia circolare (nel 2023 è stato riciclato il 73% degli imballaggi, superando il target UE 2030 del 70%; il settore produce il 25% delle emissioni di CO₂ nazionali, contro il 30% della media UE e il 34% della media mondiale) e dell’utilizzo efficace delle risorse (-50% consumo di acqua in 30 anni; -30% di energia consumata in 20 anni).

Per il settore Food & Beverage, adeguarsi a queste normative adottando strategie per il recupero termico non è solo una questione di compliance, ma anche un’opportunità per ottenere vantaggi economici, come l’accesso a incentivi e finanziamenti pubblici, oltre ad essere un’importante opportunità di risparmio economico ed energetico

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Per rispondere a queste sfide, molte aziende stanno investendo in tecnologie innovative che permettono di ridurre i consumi energetici senza compromettere la produttività. Ecco alcune delle soluzioni più adottate e i benefici che portano.

Ottimizzazione del freddo di processo: ridurre i consumi garantendo sicurezza

La refrigerazione è una componente essenziale per la conservazione e la sicurezza alimentare, ma rappresenta una delle voci di consumo energetico più elevate nell’industria alimentare. Per affrontare questa sfida, le aziende stanno investendo in soluzioni che combinano efficienza e sostenibilità. Tra queste, l’installazione di gruppi frigo ad alta efficienza sta rivoluzionando la gestione del freddo. Questi impianti, progettati per massimizzare le prestazioni energetiche, consumano meno energia rispetto ai modelli tradizionali, mantenendo livelli ottimali di raffreddamento.

Un’altra tecnologia fondamentale è rappresentata dai chiller ad assorbimento, che sfruttano il calore disperso dai processi produttivi per generare acqua refrigerata. Questo approccio non solo riduce i consumi elettrici complessivi, ma consente di valorizzare una risorsa che altrimenti verrebbe sprecata.

Efficientamento della produzione di vapore: fare di più con meno

Il vapore è uno dei pilastri del settore Food & Beverage, utilizzato in un’ampia varietà di processi, dalla sterilizzazione alla cottura. Tuttavia, molte aziende utilizzano ancora caldaie obsolete, che non solo consumano quantità elevate di energia, ma sono anche fonte di emissioni inquinanti.

Le caldaie ibride (sia gas che elettriche) di nuova generazione rappresentano una soluzione che sta rivoluzionando la produzione di vapore. Alimentate da gas naturale, biocombustibili o idrogeno verde, in combinazione con energia elettrica, queste apparecchiature garantiscono un rendimento energetico elevato, riducendo al contempo le emissioni di NOx, tra gli inquinanti più dannosi per l’ambiente. È altresì possibile generare vapore a bassa pressione utilizzando i fumi caldi dissipati in atmosfera.

Efficientamento di processo: perfezionare ogni fase produttiva

Oltre alla produzione di vapore e al freddo di processo, le aziende del settore Food & Beverage stanno ottimizzando le fasi operative critiche attraverso tecnologie specifiche che migliorano la gestione dei cicli produttivi. L’ottimizzazione delle temperature nei cicli di lavorazione, come quelli utilizzati per la pastorizzazione, permette di ridurre i consumi senza compromettere la qualità del prodotto finale.

Recupero del calore disperso: trasformare uno scarto in risorsa

In ogni stabilimento produttivo, una parte significativa del calore generato dai processi industriali finisce per disperdersi nell’ambiente. Questo fenomeno rappresenta uno spreco di risorse preziose, ma grazie a tecnologie avanzate è possibile recuperare questa energia e reintegrarla nel ciclo produttivo.

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Attraverso soluzioni come i sistemi di recupero del calore dai fumi di scarico, il calore disperso può essere recuperato e utilizzato per riscaldare acqua o fluido di processo, generare acqua refrigerata oppure energia elettrica, vapore, olio diatermico o ancora acqua surriscaldata

Automazione e monitoraggio: consumi sotto controllo in tempo reale

L’efficienza energetica passa anche dalla capacità di monitorare e controllare i consumi in tempo reale. Qui entrano in gioco le tecnologie digitali, che stanno ridefinendo il modo in cui le aziende gestiscono i propri impianti. Grazie all’integrazione di sensori intelligenti e piattaforme basate sull’intelligenza artificiale, è possibile raccogliere dati sul funzionamento degli impianti, identificare sprechi e ottimizzare i processi. Inoltre, l’intelligenza artificiale è in grado di analizzare i dati raccolti, suggerendo miglioramenti e ottimizzando le prestazioni in maniera continuativa. Questa capacità di reagire e adattarsi in tempo reale permette alle aziende di ridurre significativamente i consumi, senza compromettere la qualità del prodotto finale.

Fonti rinnovabili: autoproduzione per una sostenibilità

L’integrazione di fonti rinnovabili è sempre più al centro delle strategie energetiche del settore Food & Beverage. Impianti fotovoltaici e solari termici vengono installati per autoprodurre energia, riducendo così la dipendenza dalla rete e abbattendo i costi. Parallelamente, i sistemi di cogenerazione e trigenerazione stanno diventando una scelta sempre più diffusa. Queste tecnologie permettono di produrre energia elettrica, termica e frigorifera in maniera simultanea, ottimizzando l’uso del combustibile e migliorando l’efficienza energetica complessiva.

Non meno importante è il ruolo delle tecnologie emergenti, come l’idrogeno verde e i biocombustibili, che offrono soluzioni sostenibili per alimentare i processi produttivi. Questi vettori energetici si stanno affermando come alternative strategiche per la decarbonizzazione del settore, contribuendo a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dalle normative europee.

Un’opportunità strategica per affrontare le sfide future

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Gli interventi di efficientamento energetico nel settore Food & Beverage, come quelli descritti, stanno già portando risultati tangibili, con una significativa riduzione dei consumi energetici e un abbattimento dei costi operativi. Grazie all’adozione di tecnologie avanzate, le aziende possono ottimizzare i processi senza compromettere la produttività, ottenendo tempi di ritorno sugli investimenti (PBT) molto ridotti. Sul fronte normativo, queste soluzioni aiutano a rispettare i rigorosi limiti sulle emissioni di NOx e sugli scarichi termici, mentre l’accesso a incentivi fiscali, come i Titoli di Efficienza Energetica (TEE), rappresenta un ulteriore incentivo per intraprendere questo percorso.

Tuttavia, nonostante i progressi, il cammino verso una piena sostenibilità è ancora lungo. Come evidenziato dal rapporto “GreenItaly 2024” di Fondazione Symbola e Unioncamere, sebbene più di un’impresa su tre abbia effettuato eco-investimenti tra il 2019 e il 2023, molte aziende devono ancora compiere il salto verso un’adozione diffusa e strutturale delle tecnologie per l’efficienza energetica. La crescente pressione normativa e il progresso tecnologico rappresentano certamente delle spinte decisive, ma occorre maggiore consapevolezza del fatto che investire in sostenibilità non è solo una scelta obbligata: è un’opportunità strategica per affrontare le sfide future.

Il settore Food & Beverage può e deve diventare un modello di sostenibilità, ma la transizione richiede un impegno continuo e investimenti costanti. Solo con un approccio strutturato e ambizioso, le aziende potranno consolidare i progressi già compiuti e posizionarsi come attori chiave in un’industria innovativa, resiliente e in grado di contribuire a un futuro più verde. Il percorso è iniziato, ma la vera sfida sarà trasformare l’eccezione in una regola universale per il settore.



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