Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

la guerra commerciale oltre i dazi, tra tecnologia e alleanze globali –


La rivalità tra USA e Cina si estende oltre i dazi, influenzando tecnologia, diplomazia e sostenibilità globale in un nuovo ordine bipolare.

Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari

 

Introduzione
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina rappresenta il culmine della competizione strategica tra le prime due superpotenze mondiali. Tuttavia, oltre ai continui rilanci sui dazi reciproci imposti prima dal Presidente statunitense Donald Trump ed in seconda battuta dal Presidente cinese Xi Jinping, esiste un universo di dinamiche secondarie spesso trascurate. Tali dinamiche – dalle ripercussioni sulla diplomazia multilaterale all’effetto domino su economie terze, fino alla corsa alla supremazia tecnologica e alla sicurezza dei dati – sono centrali per comprendere la portata reale del conflitto economico in corso. La presente analisi si propone di approfondire queste sfaccettature, per offrire una visione più completa e articolata della rivalità sino-americana.

Contesto attuale: una rivalità che va oltre il commercio internazionale
L’attuale guerra commerciale tra Cina e USA affonda le proprie radici nel 2018, quando la prima amministrazione Trump ha introdotto una serie di dazi sulle importazioni cinesi, accusando Pechino di pratiche commerciali sleali, furto di proprietà intellettuale e manipolazione valutaria. Inizialmente concepita come una misura correttiva del deficit commerciale americano, la guerra commerciale ha presto assunto toni più ampi e strategici. 

Fonte: https://scenarieconomici.com/2020/01/01/effetti-della-politica-tariffaria-usa-sul-saldo-commerciale-bilaterale-usa-cina-e-su-quello-globale-usa/

Con l’arrivo dell’amministrazione Biden, il confronto ha assunto una nuova forma: meno focalizzata sui dazi e più centrata sulla competizione tecnologica e sull’autonomia strategica. L’obiettivo degli Stati Uniti è mantenere la propria egemonia globale e contenere l’ascesa della Cina come superpotenza tecnologica e geopolitica. 
Per farlo, Washington può contare su una rete globale di alleanze consolidate, un sistema finanziario dominante, aziende leader nei settori tecnologici e una capacità militare e diplomatica nettamente superiore a quella cinese.
La risposta di Pechino non si è fatta attendere: da un lato, ha implementato contromisure commerciali; dall’altro, ha accelerato la propria strategia di autosufficienza tecnologica, nota come “Dual Circulation“. Questo approccio mira a ridurre la dipendenza dalle tecnologie straniere e a promuovere l’innovazione nazionale. Per raggiungere i propri obiettivi di indipendenza tecnologica, crescita e affermazione della sovranità, la Cina può contare su una vasta capacità produttiva, riserve strategiche di terre rare, una crescente influenza nei mercati emergenti e una diplomazia multilaterale attiva.
La competizione commerciale tra questi due paesi ha inevitabilmente prodotto una serie di cambiamenti che saranno esaminati di seguito.

La diplomazia del Sud Globale
Uno degli effetti più sottovalutati ma rilevanti della guerra commerciale è il rafforzamento delldiplomazia cinese nei confronti del Sud Globale. In risposta all’isolamento imposto da parte degli Stati Uniti, Pechino ha intensificato le relazioni con i paesi dell’Africa, dell’Asia meridionale e dell’America Latina, utilizzando leve di tipo economiche ed infrastrutturale. La Belt and Road Initiative (BRI) rappresenta uno dei principali strumenti attraverso cui la Cina cerca di costruire una nuova architettura geopolitica, basata su relazioni bilaterali asimmetriche. 
La seguente immagine illustra i paesi che hanno firmato documenti di cooperazione relativi all’iniziativa Belt and Road.

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Nuova_via_della_seta

Questi paesi, spesso esclusi dai benefici della globalizzazione, vedono nella Cina un partner alternativo all’Occidente. La guerra commerciale ha spinto Pechino ad aumentare gli investimenti in infrastrutture, tecnologie e credito, creando una rete di alleanze informali che favoriscono l’appoggio di questi paesi alla Cina nelle istituzioni multilaterali come l’ONU.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Le vulnerabilità delle supply chain
La pandemia di COVID-19 e la guerra commerciale hanno evidenziato la forte dipendenza delle catene di approvvigionamento globali dalla Cina, in particolare per componenti elettronici, materie prime critiche e prodotti farmaceutici. Gli Stati Uniti e altri paesi occidentali hanno avviato politiche di “reshoring” o “friend-shoring” per rilocalizzare le produzioni in patria oppure presso paesi alleati. 
Tuttavia, questo processo è lento, costoso e genera instabilità nei mercati emergenti che erano integrati nelle catene produttive globali. La rilocalizzazione comporta la perdita di investimenti diretti esteri (IDE) e di posti di lavoro nei paesi in via di sviluppo, riducendo al contempo l’efficienza produttiva globale, con conseguente aumento dei prezzi (dovuti alla perdita delle economie di scala) e inflazione (dovuta ai maggiori costi di produzione). Tutto ciò contribuisce alla frammentazione dell’economia mondiale in blocchi regionali.

Il soft power tecnologico
Oltre al commercio di beni materiali, la guerra commerciale ha aperto un nuovo fronte: quello delle infrastrutture digitali. La Cina sta esportando un modello di governance tecnologica basato sul controllo centralizzato dei dati e sull’uso dell’IA per la sorveglianza. Attraverso aziende come Huawei e ZTE, Pechino propone una visione alternativa a quella occidentale, attrattiva per paesi autoritari o in via di sviluppo.La diffusione del modello cinese minaccia la leadership tecnologica degli Stati Uniti non solo in termini economici, ma anche valoriali. L’uso strumentale delle piattaforme digitali come TikTok ha acceso il dibattito in Occidente sulla sovranità dei dati e sull’influenza ideologica veicolata attraverso algoritmi e contenuti. Il Presidente Biden ha emesso in merito il cosiddetto “TikTok ban”, obbligando ByteDance, la società madre cinese, a cedere la piattaforma a un acquirente estraneo al governo cinese, per tutelare la sicurezza nazionale.

La pressione sulle aziende multinazionali
Un altro effetto collaterale significativo è la crescente pressione sulle multinazionali occidentali, costrette ad operare in un ambiente sempre più polarizzato. Aziende come Apple, Tesla, Nvidia o ASML devono costantemente bilanciare le opportunità di mercato in Cina con le restrizioni imposte dalle normative statunitensi.
Questa situazione genera una forma inedita di diplomazia aziendale, in cui le imprese diventano attori geopolitici indiretti, influenzando politiche pubbliche e strategie nazionali. Inoltre, le delocalizzazioni forzate da pressioni politiche compromettono la competitività globale e rallentano la capacità di innovazione.

Conseguenze ambientali e tecnologiche
Uno degli effetti indiretti ma più significativi della guerra commerciale è il suo impatto sulle dinamiche ambientali e tecnologiche globali. La corsa alla sovranità tecnologica, scatenata dalla competizione tra Cina e Stati Uniti, ha accelerato la domanda di materiali critici come terre rare, litio, cobalto e silicio, fondamentali per i settori strategici dell’elettronica, dell’energia e della difesa. 
Nel tentativo di ridurre le rispettive dipendenze, entrambe le potenze stanno costruendo filiere parallele e autonome: nuove miniere, nuove raffinerie, nuovi stabilimenti per semiconduttori. Questo processo comporta un raddoppio delle infrastrutture industriali, con un conseguente aumento dell’impronta ecologica e degli impatti ambientali, spesso in paesi con regolamentazioni deboli. Inoltre, in nome della sicurezza nazionale, molti Stati stanno abbassando gli standard ambientali per garantire l’approvvigionamento strategico, derogando agli impegni climatici assunti. Si profila così una “corsa agli armamenti ecologici”, dove la tutela ambientale viene sacrificata sull’altare della competizione economica globale.

Verso una nuova Guerra Fredda economica?
Il comportamento statunitense ricorda la logica della Guerra Fredda con l’URSS: contenimento strategico, alleanze multilaterali, supremazia tecnologica. La Cina, al contrario, adotta una combinazione tra mercantilismo imperiale (via della seta moderna) e un neostatalismo simile a quello delle potenze emergenti del XX secolo, ma con strumenti digitali e commerciali del XXI secolo. Entrambi cercano di influenzare attori terzi e di consolidare sfere d’influenza.
Pertanto, la guerra commerciale e le sue conseguenze primarie e secondarie, potrebbero portare il mondo verso una nuova “guerra fredda” di tipo economico?

Scenari futuri

  • Scenario ottimistico: USA e Cina trovano una tregua commerciale parziale, coordinandosi su temi globali come il cambiamento climatico, la regolamentazione digitale e la sicurezza sanitaria. Il commercio globale si stabilizza, anche se la rivalità rimane latente. Questo scenario potrebbe richiedere 5-10 anni di progressiva distensione e cooperazione tematica per realizzarsi.
  • Scenario pessimistico: La guerra tecnologica si intensifica, coinvolgendo settori come l’intelligenza artificiale e la cybersicurezza. Il mondo si divide in due blocchi tecnologici distinti, con infrastrutture, standard e valute digitali incompatibili. Gli USA potrebbero rafforzare i loro rapporti con i paesi del QUAD e stringere ulteriormente i rapporti con l’UE e la Corea del Sud creando il blocco “occidentale”. La Cina potrebbe invece consolidare i legami con Russia, Iran, e i paesi africani e latinoamericani, dando vita a una rete alternativa “orientale” di sostegno economico e diplomatico. Questo scenario potrebbe manifestarsi in 2-5 anni, specie se eventi critici accelerano la polarizzazione.
  • Scenario più probabile: Si consolida una coesistenza conflittuale, con una competizione strategica continua ma gestita. Le tensioni restano elevate ma contenute, in un contesto di regionalizzazione dell’economia globale e di crescenti pressioni sugli attori terzi, chiamati a schierarsi o a bilanciare tra i due poli. Questo scenario potrebbe durare almeno 10 anni, con tensioni periodiche e alleanze che si ridefiniscono attorno a interessi strategici mutevoli.

Conclusioni

La guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti non è solo un confronto tariffario o una disputa economica: è una sfida sistemica che coinvolge modelli politici, tecnologie emergenti, catene del valore e sostenibilità globale. Le dinamiche secondarie che emergono da questa competizione plasmano un nuovo ordine globale, frammentato, instabile e altamente interconnesso. Comprendere queste sfumature è essenziale per analizzare non solo le strategie di Washington e Pechino, ma anche le scelte degli attori terzi e il futuro dell’economia mondiale.
Se la Guerra Fredda era ideologica e militare, questa è tecnologica ed ecologica: una corsa senza fronti, ma con conseguenze planetarie.

Contabilità

Buste paga

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura